A cura di Silvia (02/2017)
Voto:
"La maggior parte degli uomini vive una vita di quieta disperazione." Henry David Thoreau |
Gli anni Sessanta in America hanno rappresentato un momento di
grande rinnovamento culturale e la fantascienza ha smesso di essere un
fenomeno di nicchia diffondendosi in breve tempo nell'immaginario
comune attraverso i mass media, con lo scopo di diffondere messaggi
sociali e politici.
È inoltre cosa nota che in quegli anni, attraverso romanzi di questo
genere, si volessero raccontare gli attriti con l'URSS, i timori per
una terza guerra mondiale, e l'alieno era il simbolo perfetto di un
nemico - ignoto- contro cui ci si doveva difendere.
Walter Tevis, autore poliedrico noto per aver scritto Lo Spaccone e Il
Colore dei Soldi, due romanzi ambientati nelle sale da
biliardo da cui
sono stati tratti gli omonimi film del 1961 e del 1986 rispettivamente
diretti da Robert Rossen e Martin Scorsese, con L'Uomo Che Cadde Sulla
Terra sembra discostarsi da un genere per abbracciarne un
altro, ma non
è proprio così. Questo testo, che parla di astronavi, pianeti
sconosciuti e alieni, è in realtà una
riflessione nostalgica sul
decadentismo dell'uomo che cede all'edonismo, ai vizi, alle lusinghe,
ai giochi di potere...
Thomas Jerome Newton (il cui vero nome è Rumpelstiltskin, il
nostro
Tremotino, e se non ricordate la fiaba cliccate
qui) viene da Anthea,
un pianeta devastato dalle armi nucleari, ormai al collasso e privo di
qualsiasi fonte di energia. Newton, fisicamente simile, ma con un QI
due volte superiore a quello di un uomo, viene addestrato per quindici
anni e mandato sulla Terra con uno scopo preciso: salvare gli antheani.
Provenendo da una società più avanzata non gli è difficile accumulare
in breve tempo ingenti somme di denaro grazie a invenzioni
straordinarie come la televisione 3D, ma più il tempo passa più Newton,
incapace di provare rabbia e rancore,
cede al fascino della Terra, alla
sonnolente vitalità tipica dell'essere umano.
Non è un romanzo fatto di colpi di scena, sappiamo tutto fin dal
principio e i continui richiami al dipinto di Pieter Bruegel il
Vecchio, La Caduta di Icaro, ci rendono già
nota anche la fine.
Eppure, nonostante Newton venga scoperto e fallisca la sua missione,
siamo noi
a uscirne ulteriormente sconfitti. Noi, che abbiamo paura del
diverso. Noi, che ci scagliamo contro i più deboli. Noi, che nel
tentativo di proteggerci ci autodistruggiamo.
Bellissimo il finale, con un Newton sempre più umano e solo, che
nonostante tutto non conosce ancora l'odio e il disprezzo. Lui, con il
suo fragile corpo da uccellino ha sfidato la forza di gravità, il
sistema solare, l'alienazione e la diffidenza, traendone solo una cosa.
Soldi. Talmente tanti da non sapere cosa farsene e da non renderlo
felice.
Leggetelo, forse L'Uomo Che Cadde Sulla Terra non brillerà per stile e ritmo, ma è sicuramente un indimenticabile e sempre attuale manifesto nel panorama della fantascienza.
Film: L'uomo che cadde sulla Terra Gran Bretagna, 1976 Durata: 138' Genere: fantacienza, drammatico Regia: Nicolas Roeg Cast: David Bowie (Thomas Newton), Rip Torn (Nahan Bryce), Candy Clark (Marie Lou). Curiosità: David Bowie è al suo esordio cinematografico. |