A cura di Silvia
(04/2016)
Voto:
Come spesso accade tutto è iniziato per caso.
Io e Nicola ci siamo incontrati grazie a un contatto comune all'interno
di una biblioteca della provincia di Bologna; lui cercava qualcuno che
lo intervistasse per l'uscita del suo ultimo romanzo e Federica, che
organizza i gruppi di lettura, ha fatto il mio nome.
Io raramente (ok, diciamo pure mai) prendo impegni di questo tipo per
una serie di motivi che non sto qui a sottolineare, ma non
tergiversiamo... cosa mi ha spinto ad accettare? Non lo so, sono
convinta che ci si sia messo di mezzo un qualcosa che devo ancora ben
definire... Intuito? Destino? Fattore C? Ecco sì, buona la tre!
Il mio dramma di fondo era uno solo. Sapendo che non lo avrei mai
potuto intervistare senza aver letto il suo libro avevo il terrore che
- nel caso non mi fosse piaciuto - si sarebbe notato.
Già mi vedevo a porre le domande in modalità zombie, con l'occhietto
spento e l'encefalogramma piatto -->
Invece è entrato in gioco il Fattore C!
La faccio breve. Ci incontriamo, mi dice che il suo libro la casa
editrice non l'ha ancora stampato e mi propone di leggere quello
precedente, Dove Oggi è
Già Domani, tanto i due titoli sono pure
collegati!. Ovviamente accetto, dopo averlo conosciuto ero ancora più
curiosa di scoprire cosa mi avrebbe riservato la sua vena da scrittore,
perché le premesse erano davvero buone: adora Stephen King, è
esterofilo - non al 100% ma quasi - e si diverte ad abbattere i canoni
del giallo.
Infatti Dove Oggi è Già Domani inizia come un giallo... ma non
lo è
affatto...
Un uomo viene trovato morto sulle coste di St Paul, una piccolissima e disabitata isola di soli 8 km² nel bel mezzo dell'oceano Indiano. Dai documenti si risale alla sua identità; si tratta di Marco Beltrami e a ricevere il fax in cui se ne dà comunicazione alla polizia di Bologna è l'anziano Ferrari che si accolla il peso di informare la famiglia del defunto. Immaginate il suo stupore quando ad aprirgli la porta sarà proprio Marco Beltrami, vivo e vegeto...
Non c'è bisogno che aggiunga altro perché con un incipit del genere il lettore si trova subito inchiodato alle pagine, travolto dalla storia di Marco, un uomo privato di ogni speranza, desideroso solo di poter mettere la parola fine a quella che non riesce nemmeno più a chiamare "vita". Il figlio tanto amato è morto in un tragico incidente, il suo matrimonio è alla deriva, con il padre, una figura perlopiù assente, non ha rapporti da anni e l'oblio eterno sembra essere la più dolce delle consolazioni.
Se morire era così bello, perché
non l'aveva deciso prima?
Attraverso uno stile
pulito e asciutto, ma mai trascurato, Nicola Arcangeli ci
porta prima nella vita di un protagonista assolutamente fuori dagli
schemi - debole, depresso, inerte - per poi insinuarsi nell'infelice e
opprimente quotidianità dell'agente Ferrari, un uomo capace di trovare
consolazione solo in quel lavoro che presto la pensione gli strapperà
via.
Le loro sono anime consumate dal logorio del tempo e dalla solitudine,
eppure questo incontro che ha tutta l'aria di un improbabile scherzo
del destino metterà in moto una serie di eventi destinati a ribaltare
nuovamente le loro vite... nel bene o nel male... nel modo giusto o in
quello sbagliato.
In un alternarsi di capitoli che spostano l'obiettivo non solo su Beltrami e Ferrari, ma anche sull'isola di St Paul, e in particolare su alcuni personaggi che saranno la chiave di volta nell'architettura di un romanzo la cui struttura diviene più solida man mano che lo si legge, Nicola Arcangeli costruisce una trama densa di mistero e paranormale, ma anche - e soprattutto - molto intimista e introspettiva.
Un romanzo che è un po' La Stanza del Figlio di
Moretti e Ai Confini
della Realtà di Spielberg. Una dicotomia di elementi
apparentemente inconciliabili che convivono grazie a una matassa che
sembra imbrogliarsi sempre di più, ma i cui nodi verranno
improvvisamente sciolti in un finale liberatorio.
Fin dove saremmo
disposti a spingerci pur di non soffrire più? Una domanda
che ha fin troppe risposte, ma che portano tutte a un'unica soluzione.
Spesso per scoprire il bene dobbiamo affrontare il male. Un
male che ha infinite forme e travestimenti. Un male a volte palese,
altre infimo e sconosciuto. Un male che non conosce sconfitte ma solo
tacite convivenze.
L'epilogo chiude un cerchio, ma se mi è concesso dirlo... il bello deve ancora venire.
Serie
1. Dove Oggi è Già Domani
2. Solo il Vento lo Ascoltava