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"Notre-Dame de Paris" di
Victor Hugo
Scritto nel 1831
Genere: drammatico
A cura di Colleen
Di solito divido i
romanzi in due grandi categorie: quelli in bianco e nero e quelli a
colori. È difficile da spiegare cosa significhino questi generi perchè
non si basano altro che su mie sensazioni.
Notre Dame de Paris è un romanzo in bianco e nero.
Ambientato nella Parigi del 1482, una Parigi buia, dai mille anfratti,
dalle ombre che ti seguono per i vicoli, la Parigi della corte dei
Miracoli, la Parigi di Notre Dame.
Notre Dame domina la scena con il suo stile gotico, le sue campane,
un'enorme cattedrale di pietra, la prigione e tomba del suo campanaro,
Quasimodo, ma anche del suo arcidiacono Frollo che consuma all'interno
delle sue mura il suo amore snaturato e i suoi esperimenti di alchimia.
I personaggi soffrono di un vero e proprio appiattimento cromatico, per
quanto si sforzino non riescono a rendere le loro azioni incisive, la
loro presenza o assenza significativa.
Fatta eccezione per uno, una zingara, la egiziana, la Smeralda,
Esmeralda, così la chiamano. Se ne va in giro con la sua capra, con
indosso i suoi vestiti variopinti, i suoi nastri, i suoi tamburelli, i
suoi capelli neri che però non hanno niente a che vedere con il nero
della notte, il nero delle ombre, dei gargoyle: è un colore vivo che
riesce a spiccare sui toni morti della scena. L'unico elemento colore è
rappresentato da questa ragazza, lei è la rottura della monotonia,
della successione monocromatica degli eventi, lei è semplicemente la
Esmeralda.
Il lettore e tutti i personaggi sono succubi del suo fascino, vengono
trascinati in una vortice il cui centro è lei, è lei il motore delle
azioni dei personaggi: di Claude Frollo, di Quasimodo, di Phoebus.
Tutti la amano, e non possono farne a meno, quando in piazza compare
lei e comincia a ballare anche le campane si fermano e si forma una
cerchia di persone nella speranza che la sua bellezza, perchè non si
può definire altrimenti, arrivi a loro. La luce, come se si aprisse una
finestra in una stanza buia, così lei ha l'effetto di dare proprio
vita, colore a personaggi che senza di lei rimarrebbero anonimi; chi si
ricorderebbe di Gringoire se non fosse diventato il marito della
zingara, chi avrebbe amato il deforme Quasimodo se questi non l'avrebbe
aiutata?
Eppure tutto ciò non riesce a salvarla.
Mi viene in mente a questo punto l'ultimo capitolo del 'Profumo' di
Suskind, Jean-Baptiste muore spruzzandosi addosso il profumo che riesce
ad affascinare e far innamorare perdutamente quel gruppo di vagabondi
tanto che questi per possederlo, lo uccidono. Il troppo amore che porta
alla morte, il deliro d'amore per dirlo alla Platone.
Potrei dire altro ma svelerei eccessivamente la trama e questa non è
cosa buona e giusta.
1923 regia di Wallace Worsley
Cast: Lon Chaney, Patsy Ruth Miller, Norman Kerry, Kate Lester,
Winifred Bryson, Nigel De Brulier, Brandon Hurst, Ernest Torrence,
Tully Marshall, Harry von Meter
1939 regia di William Dieterle
1956 regia di Jean Delannoy
Cast: Gina Lollobrigida, Anthony Quinn, Jean Danet, Alain Cuny, Robert
Hirsch, Danielle Dumont, Philippe Clay, Maurice Sarfati, Jean Tissier.
1996 diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise
Animazione prodotta dalla Walt Disne
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