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Edizione Garzanti


 



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...il piacere della lettura

MANSFIELD PARK di Jane Austen
Titolo originale: Mansfield Park
Pubblicato nel 1814
A cura di Laura

"Jane Austen racconta una storia che tocca in profondità il passato e il futuro dell'Inghilterra." Tony Tanner

Eccomi giunta alla recensione dell'unico romanzo di Jane Austen che non avevo ancora letto. Al contrario degli altri questo non racconta le vicende individuali di una protagonista (anche se vi è il personaggio di Fanny attorno al quale vengono fatti ruotare gli eventi), ma le vicende di un'intera famiglia inglese. Ho notato che vi sono delle contrapposizioni ma anche delle somiglianze. Abbiamo il confronto tra la famiglia Crawford e quella Bertram, tra Fanny e Mary, tra la campagna e la città. Tra le somiglianze abbiamo: Tom e Henry, Mary e Maria.
Fanny viene "acquistata" dalla famiglia Bertram che la tratta come un oggetto. Infatti il suo cognome è già un programma: Price (prezzo). Viene spesso trattata a pesci in faccia soprattutto dalle "simpaticissime" cugine Maria e Julia. Sembra essere un cagnolino di Lady Bertram, la placida e ottusa zia, sempre distesa come un pupazzo sul divano che delega ogni funzione-guida dell'economia della casa a sua sorella, l'arcigna Mrs. Norris, proprio il suo doppio, efficiente ed egocentrica. Quest'ultima (a mio parere) è uno dei personaggi più riusciti fra i tanti che popolano i romanzi della Austen. E che dire dei fratelli Crawford, Mary e Henry. Cresciuti con glia zii a Londra, mi sono sembrati falsi ed egocentrici sin dall'inizio. Mary, in principio, non calcola Fanny manco di striscio, poi vedendosi privata delle nuove amiche (Maria e Julia) guarda caso si accorge dell'esistenza di Fanny, ma la sua vera natura verrà fuori in un momento tragico per la famiglia Bertram (non anticipo nulla). Stesso comportamento ha Henry, che tornato a Masfield Park, dopo un breve viaggio dallo zio, si rende conto dell'esistenza di Fanny e scommette con la sorella che la farà innamorare, ma la protagonista è tosta da far cadere nella sua trappola, infatti, questo comportamento lo intriga e alla fine è lui a cadere ai suoi piedi dichiarando di volerla sposare. Meno male che Fanny non si fida di loro manco per niente, è gelosa di Mary a causa del potere che esercita su Edmund, mentre non ritiene Henry affidabile nella sua intenzione di sposarla a causa del comportamento che ha tenuto con sua cugina Maria nonostante questa fosse fidanzata. Dai molti commenti che ho visto, la maggior parte delle persone che hanno letto questo romanzo ritengono la parte sul teatro quella più noiosa e troppo lunga. Io sono d'accordo al 50%. Secondo me (si è un po' lunghetta e noiosetta) è la parte più interessante ed è un vero e proprio punto di svolta. Durante le prove della commedia Lovers Low (Promesse d'innamorati) si manifestano i veri sentimenti dei vari componenti della compagnia: Henry e Maria, Mary ed Edmund. Ma proprio il giorno prima della messa in scena torna a casa Sir Bertram che riporta l'ordine in famiglia e decide che la commedia non si farà più. Deluso dal comportamento dei suoi figli si accorge finalmente che Fanny è l'unica che… Mansfield è forse il romanzo più lungo, complesso, profondo, morale, serio e disteso nel tempo. Non si svolge solo nella tenuta degli zii ma si sposta a Londra, nella casa di Fanny a Portsmouth che viene descritta in stile dickensiano, dove regnano povertà e disordine. Per me il nome di Jane Austen è sempre sinonimo di garanzia, ma questo romanzo è stato un po' ostico, infatti, l'ho letto per ultimo (tra i suoi) poiché l'ho trovato diverso dagli altri. Manca della tipica brillantezza e l'ironia, qui, è sommersa. Mi è piaciuto ma non mi ha coinvolto tanto, forse a causa della protagonista (timida, schiva, riservata, umile e soprattutto "immobile", e forse un po' troppo perfettina) non facile da amare, forse più preoccupata dalle apparenze che dalla propria vita interiore, che in certi punti mi sta antipatica proprio a causa della sua immobilità e altre volte, invece, simpatizzo per lei, e in alcune parti l'ammiro. Rappresenta sensibilità, rettitudine e i buoni principi dell'Inghilterra rurale di quel periodo in contrasto con quei cambiamenti che l'imminente rivoluzione industriale avrebbe portato. La protagonista viene trattata malissimo da sua zia Norris (durante certe sue affermazioni anzi vere e proprie offese verso Fanny l'avrei volentieri presa a schiaffi più di una volta) e dalle cugine. Troppo buona, docile e remissiva, soffre in silenzio a causa dell'attrazione tra suo cugino Edmund e Mary Crawford, tanto da ritrovarsi la confidente di tutti e due.Un comportamento che ho trovato molto autolesionista.
Ma lei ama Edmund, di un amore profondo, disinteressato e costante, non può confidarlo a nessuno, nemmeno a se stessa. È una persona forte, non si lascia incantare dalle apparenze e compie delle scelte molto coraggiose pur di non rinunciare a ciò che pensa e che prova. È l'unico personaggio profondo e coerente in una casa di deboli ed egocentrici. Edmund è un personaggio che mi è piaciuto, non tanto, ma mi è piaciuto, un vero gentiluomo (anche se un po' bacchettone e indeciso), anche se mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Infatuato di Mary non si accorge di Fanny (per lui è sempre stata una grande amica quasi una sorella) fino a quando finalmente non apre gli occhi e si rende conto che lei è l'unica persona che è sempre stata al suo fianco e per cui ha sempre provato un profondo affetto. L'accorgersi di amarla è troppo frettoloso, delude un po' e lascia la sensazione che lui si sia accontentato di lei, che il sentimento, forse, sia poco profondo.
Credo che questo sia dovuto all'esigua descrizione della consapevolezza di Edmund di amare Fanny. Completamente opposta a Fanny troviamo Mary Crawford un personaggio, a mio parere dai due aspetti. Da un lato è davvero odiosa, ambigua, si da un sacco di arie e poi è tremendamente falsa e superficiale. Va bene è vissuta in un certo ambiente e ha ricevuto un certo tipo di educazione in cui le hanno insegnato che contano solo i soldi ed il prestigio, ma sta a lei utilizzarla o meno. Dall'altro, invece, è libera, astuta, intelligente, attiva, sembra voler bene ad Edmund ma il suo affetto risulta superficiale. Non so perché ma appena è entrata in scena l'avrei vista bene con Tom Bertram. D'altronde lei e suo fratello servono a movimentare un po' il racconto e rappresentano il nuovo ceto sociale, la borghesia urbana, che si contrappone all'aristocrazia di campagna. Henry, è come sua sorella, un personaggio dal doppio aspetto ma molto interessante per come è stato delineato. Affascinante, superficiale, doppiogiochista, ad un certo punto capisce che Fanny non è più un divertimento che potrebbe essere qualcosa di più, inizia a cambiare… va a casa sua a Portsmouth, aiuta il fratello ed è gentile con l'incredibile famiglia di lei, sembra realmente cambiato e innamorato di Fanny. Jane è una maestra anche nel descrivere i personaggi secondari. Lo zio, Sir Bertram, burbero, severo e freddo; il primogenito Tom, il rampollo viziato, le due sorelle Bertram, sciocche e superficiali che cadono nella rete del libertino Mr. Crawford; la zia Norris, odiosa, meschina, scroccona e adulatrice (alla fine del libro ho adorato Jane per le conseguenze e le delusioni che le fa patire). Al termine del romanzo ho pensato ad alcune direzioni (a cui, forse, molte di noi hanno pensato) che la scrittrice poteva prendere. Ad esempio: se per una volta il romanzo avesse avuto un protagonista che si redime? E se l'amore per Fanny fosse riuscito a cambiare Henry Crawford? Ma forse la cara zia Jane sapeva che alcune persone non possono cambiare, ed era consapevole di quanto possa risultare attraente e pericoloso un tipo come lui. Mansfield Park è un ambiente falso, superficiale ed egoista. Un habitat che impone di reprimere le proprie passioni e viene vissuto dai personaggi come una sorta di prigione.
Fanny, invece, pur di farne parte rinnega la famiglia di origine (d'altronde mancando da casa per così tanto tempo non aveva più niente a che fare con loro), accetta di essere emarginata soffrendo di solitudine e inadeguatezza, resta cauta, troppo cauta nei suoi giudizi sfiorando quasi la falsità e si sforza costantemente di essere gradita ai suoi "amatissimi" benefattori. Grazie a questo comportamento ottiene quello che vuole, ma restando a Mansfield Park sembra che rimanga nella posizione di sottomissione che aveva sempre avuto. In questo libro, Jane, con la sua ironia ancora più sottile rispetto agli altri romanzi, critica i principi morali, le regole di comportamento della società e l'educazione femminile perché portano alla solitudine e all'umiliazione di sé.
Per me il finale è tutt'altro che un happy-ending; rivela l'amarezza verso il sistema che mostra come l'unica possibilità per una donna priva di mezzi di avere amore e vantaggi economici è quello di essere umile e assoggettata. Ci vuole del tempo per lasciarsi prendere da questo libro, dai suoi personaggi, dalle vicende della protagonista, lascia un retrogusto un po' amaro, ma alla fine si è contenti di averlo letto.

FILM TV


Mansfield Park
UK 2007
ITV film tv
Durata: 1h 33'
Regia: Ian B. MacDonald

Cast
Billie Piper (Fanny Price)
Blake Ritson (Edmund Bertram)
Douglas Hodge (Sir Thomas Bertram)
Hayley Atwell (Mary Crawford)
Joseph Beattie (Henry Crawford)

FILM


Mansfield Park
UK 1999
BBC/Miramax feature film
Durata: 1h 52'
Regia: Patricia Rozema

Cast
Frances O'Connor (Fanny Price)
Johnny Lee Miller (Edmund Bertram)
Harold Pinter (Sir Thomas Bertram)
Embeth Davidtz (Mary Crawford)
Alessandro Nivola (Henry Crawford)

FILM TV


Mansfield Park
UK 1983
ITV/BBC-2 mini serie
Durata: 5h 17'
Regia: David Giles

Cast
Sylvestra LeTouzel (Fanny Price)
Nicholas Farrell (Edmund Bertram)
Bernard Hepton (Sir Thomas Bertram)
Jackie Smith-Wood (Mary Crawford)
Robert Burbage (Henry Crawford)


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