A cura di Laura (02/2014)
Voto:
"Eppure anche
adesso, non sempre era felice.
Aveva tutto quello che voleva,
ma talvolta sentiva che avrebbe potuto avere altre cose,
se ne avesse conosciuto l'esistenza."
Segnatevi questo nome, Udine Spragg, perché vi avverto, se durante la
vostra vita di lettore dovreste incontrare la protagonista di questo
romanzo, sarà impossibile dimenticarla.
Siamo a New York, primi anni del '900, Udine Spragg, figlia unica di
una coppia di cosiddetti “nuovi ricchi”, si è appena trasferita con la
famiglia da Apex, un piccolo paese del Midwest, nella grande mela.
La giovane Udine (chiamata così non perché i genitori si siano ispirati
al nome della ninfa Odine ma più banalmente al nome di una marca di
arricciacapelli, viva la cultura!) è una ragazza bella, giovane e
abbastanza ricca grazie ai soldi accumulati dal padre. É arrivata a New
York perché vuole ed è sicura di fare un buon matrimonio che le
permetta di entrare nell'alta società newyorkese e le porti
riconoscimento sociale, sfarzo e moltissimi soldi. Per arrivare in cima
alla scala sociale, Udine è decisa ad usare i mezzi che la stessa
società di inizio novecento le offre, cioè: il matrimonio, la bellezza
e le relazioni. All'inizio assistiamo a tentativi piuttosto maldestri
poi con il passare del tempo, la protagonista che è intelligente, molto
astuta ed è molto brava nell'imparare in fretta le regole del
comportamento sociale, affina le sua “armi” e riuscirà a farsi largo
nell'ambiente in cui ambiva arrivare. Proprio quando sta per realizzare
il suo obiettivo arriverà qualcuno dal suo passato e dal suo paese
d'origine un certo Elmer Moffat...
Come ho detto all'inizio, Udine, è un personaggio che si
dimentica difficilmente, perché nonostante sia assolutamente odiosa,
antipatica sino al midollo, sciocca, frivola, superficiale,
egocentrica, egoista, calcolatrice, capricciosa, ottusa, avida, fredda,
senza scrupoli, insomma chi più ne ha più ne metta... è interessante
perché non si riesce a non rimanere affascinati da lei.
Sin dall'inizio del libro si rimane catturati nella sua rete proprio
come gli uomini che appaiono nel romanzo e coinvolti nel seguire le
trame, i sotterfugi, le bugie, le manipolazioni e le astuzie che
compie. La protagonista, infatti, passa le sue giornate dalla modista
per rinnovare il guardaroba, a sperperare denaro che pretende che gli
sia dato dagli uomini della sua vita (prima il padre poi il marito), ad
architettare strategie per compiere la sua ascesa sociale.
Per arrivare a realizzare i suoi obiettivi (capricci in realtà) non gli
importa di rovinare, usare e ferire chi gli vuole bene e non riesce a
soddisfare i suoi capricci, perché per lei sono tutti delle pedine di
una scacchiera.
Nel romanzo Edith Wharton, attraverso il personaggio della
protagonista, analizza e dipinge la società newyorkese in piena
trasformazione in cui la vecchia aristocrazia è in declino e inizia ad
essere rimpiazzata dai cosiddetti “nuovi ricchi”, speculatori di borsa
senza scrupoli e senza cultura, che possiedono una voglia smodata di
lusso e potere.
L'autrice grazie all'ironia, alla prosa pungente e alla critica feroce
riesce a descrivere e a denunciare usi e costumi della società che non
sono nient'altro che un universo fatto di codici di comportamento
inflessibili e di pregiudizi radicati.
Un romanzo abbastanza scorrevole (soprattutto la seconda
parte), brillante, scritto molto bene, con ironia, cinico ingegno e
satira pungente, dove ogni elemento è curato nel minimo dettaglio. I
personaggi sono descritti con grande capacità espressiva e grazie a
questa, l'autrice caratterizza al meglio ognuno di loro.
Edith Wharton ha fatto un lavoro meraviglioso nel descrivere la società
di inizio novecento, in cui per avere successo contano i soldi, la
volgarità, l'ignoranza e la derisione della cultura... un po' come
adesso. Il mondo non è poi cambiato molto in un secolo... ahimè.