CITAZIONI
"Dietro ogni cosa squisita c'è sempre qualcosa di tragico"
"È la confessione che assolve, non il prete."
"È sempre facile esser gentili verso le persone di cui non ci importa
nulla."
"La bellezza è superiore al genio in quanto non ha bisogno di
spiegazioni."
"La morte è l'unica cosa che riesce a spaventarmi. La detesto perché
oggi si può sopravvivere a tutto tranne che a lei."
"La vita è troppo breve perché ci si possa caricare sulle spalle anche
il fardello degli errori altrui. Ciascuno vive la propria vita e ne
paga il prezzo."
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Il Ritratto
di Dorian Gray di Oscar Wilde
pubblicato
nel 1890
sul Lippincott's Monthly Magazine
Recensione
a cura di Alberto Mino (09/2011)
Voto:
“Il ritratto di Dorian
Gray”rientra nei capolavori di Wilde, come lo è anche nei confronti
della letteratura inglese.
In questo romanzo il narratore è esterno al racconto; il linguaggio non
è comunque onniscente, bensì soggettivo.
L'ambientazione
è per lo più quella dei vecchi salotti della vita mondana e gran parte
del racconto si svolge durante la vita di Dorian, il protagonista.
Il tempo coincide con quello della storia e segue passo a passo la vita
del protagonista sino alla sua triste fine.
Le tematiche principali che Wilde tende a sottolineare sono due:
l'apparenza e la sostanza della natura umana.
Abbiamo
il protagonista – Dorian – che può avere tutto per mezzo della sua
bellezza – o almeno è ciò che gli fa credere Lord Henry, che induce il
giovane dai nobili sentimenti e dalle buone maniere, a divenire uno
degli uomini più meschini.
E mentre Dorian rimane bello e
affascinante,il ritratto che l'amico Basil – pittore – gli ha regalato
si contorce sotto il peso dello stile di vita vizioso del protagonista.
E
quando Dorian, stufo di scorgere nel suo ritratto la propria maligna
distruzione lo pugnalerà, lui stesso cadrà a terra senza vita.
Ponendo
fine al ritratto, pone fine fine alla realtà della propria essenza, a
ciò che Dorian avrebbe già dovuto essere già da tempo.
Così facendo
ricongiungerà la propria apparenza alla propria essenza in un'unica
persona: il Dorian Gray abietto e maligno; colui che ha patteggiato col
male per avere un volto affascinante, nascondendo il proprio essere e
la propria sostanza depravati.
Questo libro ci insegna quanto sia futile la nostra apparenza rispetto
a ciò che siamo realmente.
Ed
è ciò che Dorian diventa realmente con l'influenza di Lord Henry, la
causa principale della sua rovina (che Wilde esalterà con la morte).
E' una costante metafora che sprigiona moralità, in quanto: non sempre
si è come si appare.
Ma spesso, chi finge non può farlo eternamente, e la paga cara!
Recensione
a cura di Laura
Londra, fine Ottocento, in
un laboratorio artistico un bellissimo giovane di nome Dorian Gray posa
per un ritratto del pittore Basil. Una volta terminato, questo quadro
contiene più di ciò che sembra, diventa infatti lo specchio dell'anima
del ragazzo. Influenzato dall'ambiente circostante egli diventa cinico
e crudele. Ciò lo porta ad analizzare se stesso e la vita in modo
freddo e distaccato, come se fossero drammi o opere teatrali.
Quest'indifferenza nei riguardi dei sentimenti umani, che vede
l'estetica dell'arte al di sopra di ogni altra cosa, si manifesta nel
quadro del ragazzo che di giorno in giorno invecchia rovinando
l'immagine angelica del fanciullo. Non facciamo fatica a capire perché
il libro provocò grandi scandali all'epoca per la separazione che
proponeva fra gusto estetico e gusto etico. Oscar Wilde riesce
pienamente a caratterizzare il suo personaggio in questo senso,
rendendolo agli occhi del lettore una figura negativa.
Un libro che fa riflettere molto, uno dei classici più amati dal
pubblico, una grande opera in cui "CHI INTENDE IL SIMBOLO LO INTENDE A
SUO RISCHIO E PERICOLO" (O. Wilde).
Non è più il caso di temere il contagio della figura di Dorian Gray. Il
suo modello di comportamento non è più proponibile. In questo nostro
scorcio di fine secolo, nessuno potrebbe rivestire i suoi panni,
tagliati su misura di un altro secolo. Oggi, se mai, ci si può
scandalizzare non tanto della sua immoralità, quanto del suo contrario.
Dorian Gray, in fondo, è un idealista.
Un idealista e un martire.
Egli diventa un eroe del male perchè ha dovuto subire il male. La sua
vita è sempre stata esposta al pericolo della sofferenza. Pur avendo
sempre cercato il piacere, la felicità non gli è mai stata concessa.
Costretto a custodire, a coltivare e a protrarre la sfida per l'eterna
giovinezza, non ha mai avuto un momento di pace. Si può dire che la
vita di Dorian Gray è stata dominata dal senso del dovere e
dell'obbligo. Il suo compito è stato quello di mantenersi in stato di
perfezione. Il suo è stato il peccato dell'idealismo. La tragedia di
Dorian Gray deriva quindi da una motivazione nobile. Il suo scopo
finale era diventato quello di far coincidere l'arte con la vita. Ci
era quasi riuscito attraverso la storia d'amore con Sybil Vane. Dorian
Gray se ne innamora effettivamente perchè la sente e la vede recitare
in teatro, interprete di Giulietta.
Un'interpretazione così riuscita da renderlo convinto di aver trovato
in Sybil Vane colei che esprime nel mondo lo spirito superatore delle
cose. Era indispensabile, per lui, che Sybil Vane sapesse continuare
nel miracolo di una simile recitazione. Non è stato così. Ma è stata
lei a venir meno per prima. E' importante tener conto di questo
passaggio. Vale perciò la pena di prendere in esame attentamente
l'episodio in cui Dorian Gray si sente tradito nella sua aspettativa
ideale. Comincia da qui la sua vita immorale, non prima. La delusione
da lui provata sarà talmente forte da uccidere moralmente se stesso e
insieme uccidere l'amore per Sybil Vane, alla quale non resta altra
sorte che quella di uccidersi. I delitti di Dorian Gray si riducono a
ben poca cosa. Gli vengono ingigantiti addosso a causa del suo
atteggiamento esteriore. Dorian Gray, più che altro, ha commesso dei
reati di opinione. Si macchia di un solo omicidio, quello del pittore
Basil Hallward, l'artista che stava all'origine della sua sorte
maledetta. Giuridicamente parlando si può dire che si è trattato di un
caso di legittima difesa. O se si vuole, di inevitabile vendetta. Al
pittore, in fondo, è capitato quello che gli spettava. Dipingendo il
ritratto aveva compiuto un'opera di stregoneria, era legittimo che gli
capitasse di essere messo a morte come uno stregone.
Quella di Basil Hallward è una morte, in apparenza così orrenda, ma in
effetti più che orrenda è rituale. Risponde bene all'intento allegorico
che domina tutta la storia. Ed è in questa allegoricità riuscita che
Oscar Wilde ha avuto la penna particolarmente felice. Non va
dimenticato che Il ritratto di Dorian Gray non è propriamente un
romanzo-romanzo, ma un romanzo-fiaba. Oscar Wilde è un grande
favolista, non un grande romanziere. E la celebrità di cui gode,
giustamente, l'invenzione del Dorian Gray, è dovuta principalmente
all'eccellenza dell'ideazione simbolica che la sorregge. Il tema del
ritratto, in quanto oggetto magico, è la dimostrazione che la
letteratura è essenzialmente un gioco regolato dall'autonomia,
arbitraria fino all'assurdità, del libero uso del significante. Quale
in effetti è ogni costruzione che culmini in una allegoria.
CURIOSITA'
Nel
2004 Will Self ha riscritto in chiave moderna il romanzo di Oscar
Wilde, ambintandolo nella Londra degli anni '80 e trattando in modo
esplicita l'omosessualità.
FILM
- Dorian Grays Portræt, di Axel Strøm (1910)
- The Picture of Dorian Gray, di Phillips Smalley (1913)
- The Picture of Dorian Gray, di Fred W. Durrant (1916)
- Das Bildnis des Dorian Gray, di Richard Oswald (1917)
- Az élet királya, di Alfréd Deésy (1918)
- Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray), di Albert
Lewin (1945)
- Il dio chiamato Dorian (Dorian Gray), di Massimo Dallamano (1970)
- Le portrait de Dorian Gray, di Pierre Boutron (1977)
- Dorian Gray im Spiegel der Boulevardpresse, di Ulrike Ottinger (1984)
- The Picture of Dorian Gray, di David Rosenbaum (2002)
- The Porno Picture of Dorian Gray, di Wash Westmoreland (2003)
- Dorian (in lavorazione), di Mick Davis (2005)
- The Picture of Dorian Gray, di Duncan Roy (2005)
- The Picture of
Dorian Gray, di
Oliver Parker (2009)
FILM
TV
- El retrato de Dorian Gray, di Ernesto Alonso (1969)
- The Picture of Dorian Gray, di Glenn Jordan (1973)
- The Picture of Dorian Gray, di John Gorrie (1976)
- The Sins of Dorian Gray, di Tony Maylam (1983)
MUSICAL
Regia: Tonino Accolla
Musiche: Mario Ciervo e Tato Russo
Cast: Michel Altieri (Dorian Gray), Tato Russo (Lord Henry) Katia
Terlizzi (Gladys), Filippo Brunori (Basil Hallward), Silvia Dolfi
(Sibyl), Irene Fargo (Maryanne).
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