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...il piacere della lettura

 

UNA VENA D'ODIO di Wilbur Smith
Titolo originale: Gold Mine
© Longanesi - pag. 322
A cura di Stefano Rizzini

“L’indiscusso maestro dell’avventura e dell’azione”
Questo è uno dei molti appellativi con cui è stato descritto Wilbur Smith.
Io aggiungerei “Il più attivo divulgatore della cultura Africana”.
In ognuno dei libri di Wilbur Smith si trovano infatti meticolose descrizioni di aspetti della vita attuale e passata dell’Africa le cui vicende politico- militari oltre a servire da sfondo alle storie narrate aprono interessanti squarci su una storia di cui noi europei sappiamo poco o nulla e che, inaspettatamente, si rivela essere molto più interessante della nostra.
Dunque la lettura dei libri di Smith può dare svago e cultura allo stesso tempo, distrarre la mente e nutrirla con i più disparati argomenti che, grazie alla nitida semplicità dell’esposizione ed all’abilità della collocazione nel contesto del racconto, appaiono sempre di facile comprensione.
Ciò accade anche nel caso di “Una Vena d’Odio” dove, sullo sfondo dell’avventura mineraria del Sud Africa, si intrecciano le vicende di alcuni uomini che, all’apparenza diversi (Il cinico proprietario di una miniera ricchissima, il direttore della stessa ed i minatori che ogni giorno vi lavorano e vi muoiono) si rivelano alfine uguali nelle brame di ricchezza e di libertà, ambizioni portate avanti in modo proporzionale al potere, all’avidità e alla coscienza di ciascuno. I personaggi sono descritti con poche decise pennellate che non ne disperdono la forza, cosa che spesso accade nelle inutili speculazioni psicologiche in cui si dilungano altri scrittori, e ne esaltano al massimo i pregi e i difetti.
Le ambientazioni sono perfette così come lo sono le citazioni tecniche esposte in modo semplice e conciso. Com’è ovvio l’azione è presente in gran parte del racconto dove si mesce volentieri alle passioni carnali ed alla follia della cupidigia. Non esistono buoni o cattivi nel senso assoluto dei termini ma solo e sempre infinite sfaccettature delle eterne debolezze umane.


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